Si legge BoP e si pensa: boh? Dietro l’acronimo però c’è Beats of Pompeii,
la rassegna musicale ospitata nell’antico Anfiteatro degli Scavi più amati
d’Italia. Pensate a un cocktail esplosivo: turismo più archeologia più
musica e siete su uno dei palcoscenici più ambiti d’Europa.
Nata come operazione culturale e turistica di ampio respiro, grazie alla
collaborazione con il Parco Archeologico di Pompei, Beats of Pompeii è
un contenitore di 11 concerti che rafforza l’idea della cittadina campana
come ‘Theatrum Mundi’.
Dal primo luglio al 5 agosto 2025 saliranno sul palco dell’anfiteatro la canzone di Gianna Nannini (1° luglio), il rock spettacolare e virtuosistico dei Dream Theater (2 luglio), l’elettronica di Jean Michel Jarre(5 luglio),
la canzone d’autore di Antonello Venditti (12 luglio), il jazz di Stefano Bollani con il suo quintetto (14 luglio), il blues trasversale di Ben Harper and The Innocent Criminals(15 luglio), la musica ritmica di Jimmy Sax
(17 luglio), la poesia rock di Nick Cave (19 luglio), la melodia rock-pop di Bryan Adams (25 luglio), la musica leggera di Serena Rossi (29 luglio) e il
folk dei Wardruna (5 agosto).
Un calendario, appare subito chiaro, per tutti gli interessi, che fonde alto e
basso, pubblico adulto e giovane, generi anche lontanissimi tra loro. Il
comune denominatore, oltre al panorama unico al mondo, è il concetto di
raffinatezza, di eccellenza che fa di Beats of Pompeii non un festival, ma
una rassegna di stili godibili e accessibili quasi a ogni platea.

L’intuizione vincente è stata quella di Peppe Gomez, storico promoter
campano, qui nelle vesti di organizzatore e di direttore artistico, che ha
puntato su un format di sicuro richiamo. “La rassegna – afferma – è anche
il riflesso del fermento culturale che stanno vivendo Napoli e la Campania,
sempre più protagoniste sulla scena internazionale. Rappresenta
un’occasione per promuovere il territorio, incentivando il turismo stanziale
e sostenendo l’economia locale”.
Beats of Pompeii ha un padre nobile, naturalmente, il leggendario concerto
a porte chiuse che i Pink Floyd tennero nel 1971 nell’Anfiteatro, lasciando
una traccia che non è mai scomparsa. Quel lascito è servito, negli ultimi dieci anni per riportare in vita l’idea che gli Scavi potessero tornare
centrali non solo per il numero di visitatori, ma anche per gli spettacoli
offerti.
David Gilmour ed Elton John nel luglio del 2016, King Crimson e James
Taylor (i primi il 19 e 20 luglio, il secondo il 22 luglio 2018) e Patti Smith
(26 luglio 2022) hanno rimesso in moto l’irresistibile attrazione per
Pompei con un filo unico rappresentato dal promoter campano Mimmo
D’Alessandro, impegnato a riportare la grande musica nella sua terra
d’origine (da anni opera da Lucca con la sua agenzia D’Alessandro e Galli,
ndr).
Tra gli spettacoli più attesi della rassegna c’è Nick Cave che torna dopo
dieci anni in Campania con un recital solo, accompagnato dal bassista dei
Radiohead Colin Greenwood.Icona della musica contemporanea, a 67
anni il musicista, poeta, attore e regista australiano è un punto di
riferimento della musica internazionale grazie a una voce profonda, testi di
qualità e una poetica musicale che travalica i generi.

È suo lo spettacolo più esclusivo di Beats of Pompeii. Se aggiungiamo
all’offerta anche le due mostre ospitate nel Parco archeologico “Pink
Floyd: Live at Pompeii” ed “Essere donna nell’antica Pompei” il cerchio si
chiude in modo perfetto.