L’estate del gusto lungo l’Appia Antica patrimonio Unesco

L’Unesco l’ha iscritta nella Lista del Patrimonio Mondiale, ma l’Appia Antica per romani e turisti non è solo un tesoro di bellezze archeologiche senza eguali, valorizzate dal Parco archeologico (https://www.parcoarcheologicoappiaantica.it). Il lungo tracciato che dal centro città porta fino ai panorami – mozzafiato, più che mail al tramonto – della campagna romana (e oltre, fino in Puglia, in realtà) è anche un susseguirsi di tappe del gusto e del divertimento, da vivere soprattutto d’estate, tra giardini chic e angoli di autentica ruralità senza tempo.

appia antica
Sòlum, la location

La cucina alla brace è il perno del ristorante Solum, l’indirizzo en plein air di Edoardo Marchese ed Edoardo Mamalchi in cui ci si imbatte già al civico 16 della Regina Viarum. Qui l’executive chef Gaetano Costa e il resident Fiovo Alviti celebrano i sapori del Mediterraneo come nel caso della linguina all’astice blu e dragoncello e del galletto al mattone, oltre che, restando in tema di griglia, delle pesche (delle percoche gialle, se di stagione) passate sui carboni e lavorate in osmosi con un passito sottovuoto a temperatura controllata.

E se da Solum il divertimento prosegue anche dopo cena con note musicali tra live e dj set curati da Dino Adamo, poco più avanti l’insegna di riferimento per un pranzo genuino è la civico 68, perché la Trattoria Priscilla è una di quelle tavole dove le materie prime vengono dai Castelli Romani e le fettuccine sono tirate a mano, callosette al punto giusto, da condire con sughi di stagione. A seguire, per smaltire qualche caloria si noleggia la bici proprio di fronte, al civico 56, in modo che, facendo attenzione al selciato di basolato antico, si arrivi su due ruote alle tappe successive.

Si passa davanti al ristorante Cecilia Metella (civico 129) e a L’Archeologia (139), due indirizzi solidi e storici, dove è difficile sbagliare a ordinare dai ricchi menu. Un must è poi il Giardino di Giulia e Fratelli, al civico 176 dell’Appia Antica, dove impegno etico e cucina tradizionale creano un connubio perfetto per serate spensierate col giusto tocco di informalità, anche grazie al giardino sempre in fiore e all’area giochi per bambini. Proprio pochi metri prima (civico 172), la sosta è peculiare perché si acquistano piante dì ogni tipo nella struttura che ospita il Garden Ristò, interessante esperimento di ristorante all’interno di un vivaio. Col giusto tocco di glam, è il luogo perfetto per pranzi di lavoro a base, ad esempio, di faraona in tre cotture o di freschi tonnarelli agli scampi, arricchiti da timo, lime e pomodorini.

A questo punto si inforca di nuovo la bici per un lungo tratto dove l’archeologia sembra catapultare fuori dal tempo. La deviazione per chi ama provare indirizzi trendy è Scima. All’altezza di via di Tor Carbone basta abbandonare l’Appia Antica e arrivare, in una manciata di minuti, in zona Quarto Miglio, precisamente in via Annia Regilla 110, perché qui lo chef Paolo D’ercole e la sommelier Chiara Valzania in un paio d’anni sono diventati un punto di riferimento, grazie a idee di culto come la pizzetta Rossini, tipico sfizio pesarese con maionese e uova sode, oppure creazioni di stagione come i bignè salati con squacquerone, portulaca e fiori.

Chi invece prosegue sull’Appia Antica può arrivare fin quasi al Grande Raccordo Anulare, dove l’azienda agricola bio Regina Viarum (civico 300), propone prodotti genuini, organizza eventi culinari e degustazioni nel weekend con il loro food truck vintage e, soprattutto, permette di dormire immersi tra gli uliveti grazie alle Starsbox, graziose casette in legno dove soggiornare sotto il cielo stellato, lontani dalle luci della città. La chicca da sorseggiare guardando le costellazioni? Il gin homemade, con bacche di ginepro raccolte a mano sul monte Pizzo nel Parco nazionale del Gran Sasso e dei Monti della Laga a 1500 metri di altitudine, che vengono messe in infusione insieme a botaniche coltivate e prodotte in azienda.

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