Il rito del tè incontra la musica elettronica e la vista sui tetti del centro di Roma. Insomma, nulla di più distante da noiosi tè delle cinque in compagnia di vecchie signore e di biscotti al burro. Tutto cambia. Basti pensare che nell’Ottocento il tè pomeridiano era un rito sociale da vivere tra atmosfere e corteggiamenti degni di un romanzo di Jane Austen. Invece, tra le strade di Parigi – precisamente in rue au Maire – il tè danzante della domenica è ancora oggi uno degli storici appuntamenti di culto della comunità queer, grazie al Tango, insegna che ha ereditato la storia dell’associazione “La boîte à frissons”, per scatenarsi a suon di musica pop in una pista da ballo d’altri tempi con tanto di palla stroboscopica e una buona dose di joie de vivre.

Nella capitale d’Italia, invece, chi ha voglia di ballare con il sole ancora alto nel cielo e senza rinunciare al giusto tocco di eleganza si ritrova sul tetto dell’hotel Casa Monti, nel cuore del rione Monti, dove i tea party sono arricchiti da dj set da apprezzare negli eleganti spazi disegnati dall’interior designer Laura Gonzalez per l’albergo 5 stelle del francese Leitmotiv Group. Qui, all’ultimo piano del civico 210 di via Panisperna, sta prendendo piede un rito urbano inedito. Ogni domenica, a partire dalle ore 17, si ritrovano quarantenni e non solo che, dopo il pranzo della domenica in famiglia o con gli amici, non hanno alcuna intenzione di tornare a casa per sprofondare sul divano. Anzi, ancora ben vestiti – ma magari con una accidentale macchia di vino rosso, a dare un tocco di informalità – preferiscono prolungare le chiacchiere accompagnati da sofisticata musica elettronica d’ambiente, perfetta per il pomeriggio e il tramonto.

La merenda quindi, tra un ballo e l’altro, non rinuncia alla golosità, grazie a una selezione di tè pregiati e ai dolci artigianali a cura dello chef Umberto Tuccio, nato in Sicilia e cresciuto in Toscana. Ma quando si avvicina l’ora di cena nulla vieta di passare al momento dell’aperitivo, per scoprire i cocktail di Casa Monti, squisitamente ispirati agli stereotipi della Dolcevita romana. Ecco allora, ad esempio, il drink “La fioraia”, a base di gin Tanqueray infuso ai fiori di montagna e shrub al lampone, oppure “Il musicista di strada”, con Aperol infuso al tè Chai, prosecco, mousse di dry orange curaçao e crème de cassis.
E per chi preferisce fermarsi anche a cena, il ristorante al piano terra spazia tra le tradizioni romana e mediterranea, dalla tartare di branzino ai tonnarelli alla gricia con carciofi.


